Era il 1988 quando varcai la soglia di una clinica privata: “Dottore dottore, ho dei dolori fortissimi all’addome, è da quattro anni che i medici mi dicono che soffro di colite, mi dicono che è una malattia psicosomatica e che tutto parte dalla mia testa… I dolori che sento in questo momento sono troppo forti, ci dev’essere qualcosa che non va! Vorrei fare delle indagini”.  Fu così che al termine degli esami il medico mi disse: “Il suo intestino non ha niente che non va, ma di fatto è completamente contratto,  le consiglio a questo punto di assumere degli psicofarmaci”.

Non voglio demonizzare gli psicofarmaci, è capitato anche a me di assumerli nei momenti più duri, ma allora mi spaventavano. Avevo vent’anni e da poco avevo rischiato di perdere il mio cane che ne mangiò un tubetto intero, lasciato in giro distrattamente da mia madre. 

Quindi  di fronte al dottore  esclamai: “Non se ne parla neanche!!” 

Il dottore alzò le braccia e disse: “Allora provi con lo Yoga!”